Per stampare in ABS modelli di dimensioni superiori a pochi centimetri sono necessarie due cose. La prima è un piano riscaldato capace di raggiungere temperature nell’ordine di 100 gradi. La seconda, non meno importante, è che l’intera camera di stampa rimanga, durante tutto il tempo, a temperatura costante di almeno 40-50 gradi. Un ambiente “caldo” è infatti indispensabile, per evitare che il modello, a causa del cosiddetto warping, sviluppi irrimediabili deformazioni, crepe e fessure e potenzialmente si distacchi dal piano.

Una copertura per stampare in ABS con la CR10
Questi accorgimenti sono presenti nelle macchine prosumer o professionali in origine orientate alla stampa di ABS. Ma se disponiamo di una stampante economica, possiamo fare qualcosa per adeguarla, magari con una spesa contenuta? Teoricamente si, se è presente un piano riscaldato. Possiamo utilizzare dei materiali isolanti, e costruire con quelli un box in grado di contenere la stampante e “preservare” la stampa in corso da temperature troppo basse e correnti d’aria.
Joe (3D Print Nerds) ci ha provato, con l’aiuto di un amico, impiegando dei pannelli in styrenefoam rivestiti in alluminio. Materiale molto facile da lavorare, e sulla carta adattissimo allo scopo. Il prototipo di cover è stato realizzato per una CR10, una abbordabile stampante molto diffusa tra i makers.
Nonostante la costruzione vistosamente artigianale, stile “sarcofago di Chernobyl”, ci si aspettava che, per effetto della presenza del piano riscaldato, la temperatura esterna potesse facilmente raggiungere valori considerevolmente superiori rispetto a quella esterna. All’atto pratico, il test è invece fallito. E in un certo senso, per fortuna. Una macchina non costruita per operare a temperature relativamente elevate potrebbe infatti facilmente danneggiarsi in breve tempo. Ad esempio, i roller con i quali viene implementato il movimento Z, in materiale plastico, non costruiti per resistere ad alte temperature potrebbero deteriorarsi, compromettendo la precisione. Insomma, ad ognuno il suo. Piuttosto che lasciarsi tentare da avventure che porterebbero solo ad uno spreco di tempo e denaro, è molto meglio orientarsi su prodotti progettati all’origine per assolvere a certe funzioni. Oppure, nel caso specifico ad esempio di una CR10, magari utilizzare filamenti che non impongono condizioni così operative così onerose. Ad esempio, sono in commercio ottimi PLA a basso ritiro, che assicurano resistenze meccaniche/termiche e rese qualitative simili se non superiori all’ABS, e che possono venire stampati anche con macchine “aperte”.