In uno scenario nel quale l’obsolescenza programmata si diffonde come strumento per forzare gli utenti ad aggiornare il proprio hardware, Artec Studio 13 – caso più unico che raro – conferma che il più importante produttore di scanner 3D hand held si muove in direzione totalmente opposta.
Come era già avvenuto per le release 11 e 12, il nuovo Artec Studio 13 migliora nettamente le prestazioni degli scanner esistenti e ne accentua le potenzialità, più di quanto avrebbe potuto fare un restyling o una profonda revisione dei dispositivi.
Una buona scansione con apparecchi a brandeggio manuale come gli EVA e gli Space Spider dipende da molti fattori. In particolare, la manualità dell’operatore, la sua capacità di individuare la traiettoria ottimale, la fluidità e velocità del movimento, la distanza e l’angolazione dello scanner rispetto al soggetto possono fare la differenza. E quanto più il software è in grado di controllare ed ottimizzare questi fattori, tanto più la scansione diviene semplice ed efficace, anche ove eseguita da un operatore inesperto.
Lo sforzo di Artec (oltre a quello di produrre dispositivi hardware di qualità professionale) negli ultimi anni è stato proprio questo. Scrivere un software, e migliorarlo costantemente, in modo che l’esperienza di scansione divenisse più “user friendly” possibile.
Nella versione 12, questo sforzo è stato soprattutto concentrato nelle fasi di posprocessing: con l’avvento di Autopilot, un vero e proprio “pilota automatico”, i complessi passaggi necessari a trasformare le scansioni grezze, una serie di fotogrammi 3D in un modello tridimensionale pronto all’uso (es. stampabile) si è ridotto alla pressione di un pulsante. Il programma, dotato di strumenti di analisi automatici in grado di stabilire i parametri ottimali degli algoritmi, si occupava di effettuare le scelte ottimali prima demandate all’operatore.
In Artec Studio 13, l’attenzione si è concentrata invece proprio sulla fase di scansione, con l’introduzione di strumenti che consentissero di acquisire fotogrammi “grezzi” di migliore qualità.
In primo luogo, un feedback in tempo reale che consentisse di ottimizzare la distanza tra scanner e soggetto. Nelle versioni precedenti, un istogramma laterale forniva un’indicazione istantaneamente aggiornata della distanza attuale. L’operatore, tenendo d’occhio l’istogramma poteva avvicinarsi o allontanarsi quanto necessario per catturare dati della migliore qualità possibile. Nella nuova versione, questo pur efficace strumento è stato superato, con la modalità di rappresentazione Radar 3D. Il campo attualmente inquadrato dallo scanner viene rappresentato in sfumature di colore, che vanno dal rosso-giallo, al verde, all’azzurro. Il colore verde rappresenta una distanza ottimale, il rosso-giallo una distanza troppo vicina e l’azzurro una troppo distante. Le zone già precedentemente acquisite sono rappresentate con le texture del modello. La differenza tra il “vecchio” istogramma e la nuova rappresentazione è che l’operatore non è costretto a controllare contemporaneamente sia la costruzione del modello, sia l’istogramma, con continui cambiamenti di messa a fuoco: il feedback della distanza ottimale è immediatamente visibile direttamente sul modello. Lo sguardo dell’operatore non viene “distratto” dalla necessità di consultare continuamente un “misuratore di distanza” laterale.
Sempre in questa direzione (quella di ridurre l’ansia dell’operatore, che magari si trova in posizioni scomode o è costretto ad acquisire nel più breve tempo possibile un soggetto che potrebbe spostarsi es. corpo umano), va il considerevole aumento dei fotogrammi acquisiti visibili. Nelle versioni precedenti, solo un certo numero di fotogrammi veniva “conservato” contemporaneamente attivo sul video. In Artec Studio 13 questo numero è notevolmente aumentato, con un grande vantaggio. Quello di evitare che la stessa area (che magari è scomparsa dal video) venga acquisita più volte, o peggio che alcune zone non vengano acquisite affatto.
Notevolmente migliorate anche le prestazioni. Registrazione globale con un’efficacia di oltre il 250% rispetto alla versione 12, ed una velocità sino a venti volte superiore alla versione 11. La registrazione è inoltre ora personalizzabile, per consentire un migliore sfruttamento anche di dati grezzi di modesta qualità. La registrazione finale è ora fino al 50% più veloce, e l’ispezione dei dati, grazie alle nuove modalità X-Ray e Max Error risulta facilitata.
La manipolazione del modello, che ora può raggiungere i 500.000.000 di poligoni, è incredibilmente fluida, e gli strumenti di editing potenziati riducono sensibilmente i tempi di postprocessing. La navigazione, grazie al nuovo cubo 3D appare semplificata, e l’esportazione dei dati consente ora di ricavare anche sezioni DXF aperte per un più agevole reverse engineering.
Insomma, Artec Studio 13 rinnova profondamente le già vaste potenzialità degli scanner EVA e Space Spider, e non solo. La nuova versione integra anche la piena compatibilità con i nuovi Artec Leo e Artec Ray.
Una “Major Release” della quale è davvero difficile fare a meno.
Le caratteristiche complete di Artec Studio 13 sono disponibili in una brochure PDF, scaricabile qui.