madCAM 5 in versione Italiana

Pietro Meloni madCAM, Software

Annuncio con vero piacere un “nuovo arrivo” in casa ShareMind.
Si tratta di madCAM, un plug-in (ovviamente, un CAM) per Rhinoceros, sviluppato in Svezia da Joakim Möller. Dopo molte prove e giusto al termine del lavoro di traduzione in Italiano, ecco le mie impressioni in una breve recensione.

Plug-in? No grazie.

Devo confessare che non ho mai avuto troppa passione per i plug-in in generale. Spesso sono qualcosa di simile ai vecchi “accessori per Black & Decker” che andavano di moda una volta. Aggeggi che si aggiungevano ad un trapano da casa per fargli fare qualcosa di diverso dai buchi. Accessorio “seghetto alternativo”, accessorio “levigatrice”, accessorio “sega circolare”, e i più famigerati ed inservibili di tutti, accessori “compressore gonfiagomme” e persino “tornio per legno”.

madCAM 5 in versione Italiana

Cosa c’era che non andava? Praticamente, tutto. Ergonomia, meccanica, regime del mandrino inadatto, mancanza di sicurezza… E il fastidio di trovare sempre montato sul trapano l’accessorio che meno serviva in quel momento. Poi “per fortuna”, sono arrivati i Cinesi, che con prodotti spesso decenti e a basso costo hanno fatto capire anche agli hobbisti che una cosa fatta apposta per un certo scopo è meglio di una adattata.

Nel software le cose non sono poi così diverse. Anche qui, spesso i plug-in sono sviluppati con strumenti di programmazione diversi da quelli dell’applicazione “ospite”, dando luogo a problemi di ergonomia e compatibilità. Data la popolarità che Rhino ha conquistato fin dall’esordio, alcuni produttori di applicativi “Stand-alone” hanno realizzato semplicemente un “involucro richiamabile”, al quale Rhinoceros semplicemente trasferisce la “scena”, a volte successivamente elaborata addirittura in una finestra dedicata. Altrettanto spesso, le librerie grafiche utilizzate dal plug-in sono diverse da quelle dell’applicazione, generando conflitti e rallentamenti.
E una cosa molto probabile è che – se il plug-in non va in conflitto con l’applicazione ospite – vada comunque in conflitto con un altro plug-in installato.

Però…

Certo che poter gestire un progetto complesso e articolato in un solo programma d’altro lato è un bel vantaggio. Effettuare un rendering di un modello senza dover esportare oggetti, luci, materiali e mapping è comodo. Anche poter aggiungere una restrizione o modificare un modello per un problema riscontrato in un percorso utensile è comodo.
E’ per questo motivo che, nonostante la mia diffidenza verso il concetto stesso di plug-in, ho comunque sempre seguito con attenzione queste “appendici”, cercando di capire in quali casi ne valesse la pena. E madCAM mi pare proprio uno di questi.
Il programma è realizzato nel buon vecchio “Delphi”, utilizzato pressoché esclusivamente per richiamare funzioni native di Rhinoceros, di fatto utilizzate sia per il calcolo, sia per la rappresentazione del percorso utensile, tracciato con le stesse primitive che Rhino utilizza al suo interno per qualsiasi modello o disegno.
Così, il primo “incidente positivo di percorso” è che il tracciato utensile risulta costruito con familiari curve NURBS standard, come se fosse stato disegnato dal progettista. Curve manipolabili con grande facilità con i convenzionali strumenti di editing di Rhino.

 

La barra degli strumenti di madCAM

La barra degli strumenti di madCAM – Tutto qui?

Il programma risulta veloce, pratico. Una sola, compatta barra strumenti permette di controllare tutte le funzioni. Il primo impatto dopo l’installazione è che qualcosa non abbia funzionato, perché l’interfaccia di Rhino è apparentemente identica. Quando l’occhio cade finalmente sulla nuova barra degli strumenti ci si chiede: tutto qui?

madCAM è davvero integrato, come se avesse da sempre fatto parte di Rhinoceros. Le finestre, le modalità di visualizzazione sono quelle native, a tutto vantaggio del flusso di lavoro, che non subisce cambiamenti. I percorsi vengono generati in nuovi layer di Rhino, e questo permette di utilizzare i consueti comandi per abilitarne o meno la visualizzazione, gestirne i colori etc. In sostanza, l’interfaccia della parte CAM non differisce in alcun punto da quella di Rhino.
“In corso d’opera” (cioè durante lo sviluppo di un progetto CAM) tutti gli strumenti convenzionali di modellazione e disegno restano accessibili. Così, è possibile ottenere una quota, nascondere una superficie che non va trattata, modellare “al volo” una restrizione o un grezzo speciale, cambiare la scala, l’orientamento, la posizione del modello etc. Cool.

Prerogative dell’ambiente CAM
Oltre alla gradita sorpresa del supporto multithread, in grado di sfruttare al meglio i processori multicore dell’ultima generazione, di compilazioni a 32 e 64 bit e di svariate versioni multiasse (3,4,5,5Xtra),  madCAM riserva sul piano tecnico parecchi altri interessanti contenuti. Da programmi CAM di questo livello di costo ci si aspetta una certa “miopia” nel riconoscere e trattare di conseguenza le entità geometriche del modello. In genere, questo viene lavorato come un unico, intero oggetto, con pattern semplificati che non tengono troppo in considerazione la presenza di bordi, cave, superfici inclinate etc. In particolare nelle lavorazioni con assi rotanti, i CAM “economici” tendono a generare strategie piuttosto banali: movimenti longitudinali rispetto all’asse di rivoluzione che nel frattempo gira, o al massimo una paziente spirale con le necessarie variazioni Z…

Strategie
madCAM, grazie anche all’ottimo livello di integrazione con Rhino, offre una varietà di strategie inaspettatamente vasta, con soluzioni spesso non disponibili neppure in prodotti CAM di fascia alta. Una volta definiti infatti gli assi di rotazione e l’asse mandrino (è sufficiente disegnare delle linee in Rhino per farlo), tutte le strategie disponibili nelle lavorazioni a 3 assi (sgrossature, semifiniture, finiture, pocket, contornature, tracciature, forature, aree residue etc.) divengono automaticamente applicabili alle lavorazioni multiasse. La peculiarità di poter utilizzare tutte le strategie disponibili indipendentemente dal numero di assi utilizzato è più unica che rara nel panorama delle funzionalità dei programmi CAM.

E non finisce qui. Ad esempio, basta dare un’occhiata alla finestra di dialogo delle finiture (piana o a livelli), per notare la presenza del controllo “Angolo limite”.
Quando ho visto la prima volta questo controllo ho pensato: “Wow! Non mi dire… Vuoi vedere che è possibile limitare il percorso in base all’angolo di incidenza frontale e laterale tra l’utensile e la superficie…“. Si. Proprio così. Ma che significa, in pratica?
Ebbene, tutti gli operatori sanno bene che per le superfici tendenzialmente pianeggianti l’ideale è affrontarle con una lavorazione piana, con passate parallele. E sanno altrettanto bene che invece questo approccio produce, se applicato a superfici ripide o addirittura pareti verticali, una cattiva finitura (dentellatura) in particolare per le superfici perpendicolari rispetto alla traiettoria. E di conseguenza, che le superfici ripide vanno lavorate con una strategia a livelli. Utilizzando la maggior parte dei programmi in commercio, e visto che quasi tutti i modelli presentano sia superfici pianeggianti, sia superfici ripide, questo significa che per ottenere buoni risultati non potremo far altro che effettuare due finiture sul modello: una parallela, e una a livelli. Ahimè, con conseguente notevole perdita di tempo.

madCAM - Angolo limite nelle finiture piana e a livelli

madCAM – Angolo limite nelle finiture piana e a livelli

La presenza del controllo “Angolo limite” in madCAM serve proprio ad eliminare questo problema. Definendo l’angolo sino al quale deve operare la strategia parallela, e l’angolo dal quale deve intervenire la strategia a livelli, le due operazioni non “sprecano” percorso per passare su superfici già lavorate.
Già visto? Si, appunto. Su alcuni (pochi) programmi CAM di fascia alta.
madCAM è disseminato di queste accortezze. Ad esempio, nella strategia di lavorazione piana, un controllo consente di inibire la lavorazione delle aree già piane del modello (es., perché il grezzo era già spianato, perché sono state effettuate semifiniture con utensili di grande diametro etc.). E certo, perché rilavorare quanto già finito? Accortezze che mancano anche in prodotti ben più blasonati. Esplorandolo a fondo, presenta tali sottili furbizie da apparire sviluppato da un meccanico, o meglio da un fresatore con le mani unte di olio chimico,  piuttosto che da un programmatore.
E in effetti, andando a scavare nel profilo di Joakim Möller, il padre di madCAM, è proprio così. Questo simpatico e poliedrico imprenditore svedese ha infatti sia una officina stampi, sia la passione per la programmazione.
Si è scritto un programma proprio come gli serviva, e lo usa tutti i giorni. Incidentalmente (e per fortuna), ha anche pensato di commercializzarlo.
Quello che ho pensato anche io, dopo averlo apprezzato nelle numerose “prove su strada”. E, come faccio per tutti i programmi che mi piacciono, l’ho tradotto in Italiano per renderlo ancora più facile da utilizzare per chi non ha familiarità con l’Inglese.

In occasione del prossimo rilascio della versione 5, madCAM (il primo plug-in CAM scritto per Rhino, per inciso), è disponibile a condizioni economiche particolarmente vantaggiose: 595€ per la versione 3 assi, 995€ per la versione 4 assi, 1995€ per la versione 5 assi e 2995€ per la versione 5Xtra. In altre parole, a quanto mi risulta, in di gran lunga il più economico CAM 5 assi in continuo sul mercato.

madCAM 5
madCAM AB
Tallundsgatan 3
622 54 Romakloster  Sweden

Pro – semplicità d’uso, grande varietà delle strategie, qualità dell’integrazione con Rhino, prezzo.
Cons – a volerne trovare, efficienza di alcuni movimenti in rapido migliorabile.

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