Polyes Q1, la prima penna 3D a resina

Pietro Meloni Stampa 3D

La ricerca attorno alla stampanti 3D non si ferma. E’ la volta di una curiosa penna 3D – tutt’ora un prototipo ma già mostrato all’opera in un Expo a Shenzen –  che utilizza una resina fotosensibile anziché il tradizionale filamento.

A causa della diversa tecnologia sulla quale è basata, la penna impiega una quantità di energia modesta per funzionare, ed è alimentata da una batteria ricaricabile che dura dai 40 ai 60 minuti. Essendo completamente senza filo, offre una grande libertà di movimento. Secondo i progettisti, la resina è totalmente sicura da utilizzare, può essere toccata ed è quindi adatta ad essere impiegata anche da bambini. La mancanza di un hot end ad alte temperature evita il rischio di scottature.

I dubbi tuttavia non sono pochi. La luce utilizzata è di tipo laser, e nonostante un sensore che garantisce una protezione per gli occhi, l’idea che un bambino armeggi con un laser in mano che eroga una resina non convince del tutto. La possibilità di utilizzare la penna come strumento per scolpire forme libere inoltre, almeno stando al video dimostrativo, presumibilmente realizzato da un esperto, non sembra proprio del tutto a portata. Da provare, comunque, almeno per l’originalità del progetto.

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