Quanto tempo ci mette una stampante 3D a realizzare un oggetto?

Pietro Meloni Stampa 3D

Ho trovato questa frase nelle chiavi di ricerca utilizzate per accedere al mio sito.
E’ una domanda quasi improponibile. E’ piuttosto ovvio che i fattori che determinano la durata di una stampa sono talmente tanti che non c’è alcuna risposta possibile. E’ un po’ come chiedersi “quanto ci vuole a leggere un libro”, o “quanto si impiega per fare un viaggio”. Ma la domanda in questione offre un valido spunto per affrontare un argomento abbastanza trascurato, e praticamente mai citato tra le specifiche tecniche delle varie centinaia di modelli di stampanti disponibili.

L’accelerazione
Quasi sempre, nell’elenco delle caratteristiche dichiarate dai costruttori troviamo due valori: la velocità di stampa massima e la velocità dei movimenti massima. Questi due valori corrispondono, in un sistema CNC, alla velocità di lavoro e alla velocità cosiddetta “in rapido”, utilizzata per gli spostamenti in aria, non produttivi.

Sia nel caso delle stampanti 3D che in quello dei sistemi CNC, mentre la velocità in rapido (quella usata per gli spostamenti a vuoto) è un valore che si può considerare “assoluto”, la velocità di lavoro (o di stampa) è relativa alla fluidità del materiale, alla quantità del materiale estruso (o nelle lavorazioni per asportazione alla durezza del materiale, alla profondità di passata e al diametro utensile, etc.). Insomma, si tratta di un valore relativo, che varia da lavorazione a lavorazione. Però certamente, si presume che una stampante 3D che presenta valori più elevati di velocità (di stampa e in rapido) impieghi meno tempo per completare un modello di una stampante che dichiara velocità più basse. Si presume, appunto.
Perché in realtà, molto dipende dalla accelerazione. Frequentemente nelle lavorazioni 3D i percorsi (le “passate”, se vogliamo chiamarle così) sono estremamente brevi, soprattutto nei riempimenti. E’ chiaro che dove si verifica un cambiamento repentino di direzione (ad esempio, il momento in cui un percorso “di andata” si inverte, diventando un percorso di “ritorno” nella direzione opposta), la velocità deve essere zero. Facendo un paragone con le automobili, una vettura con un’elevata velocità massima e una modesta accelerazione potrà dare il meglio di se su un’autostrada: ma nel traffico,o in un percorso pieno di curve, risulterà più efficiente una vettura con una maggiore accelerazione, anche se la velocità massima dovesse essere inferiore. Tanto, quella “velocità massima” non la raggiungerà mai. Nelle stampanti 3D (e anche nei sistemi CNC) accade esattamente la stessa cosa. Quindi non c’è da stupirsi se alcune stampanti Delta, anche se accreditate di una velocità inferiore rispetto ad una corrispondente stampante cartesiana, impieghino alla fine meno tempo per stampare: solitamente utilizzano estrusori Bowden, e la massa della testina in movimento risulta molto più leggera, consentendo maggiori accelerazioni. Nelle stampanti Delta inoltre anche per i normali movimenti lineari vengono impiegati tutti e tre i motori, rendendo disponibile una coppia più elevata.
Comunque, a conclusione di questa breve divagazione, la domanda giusta da porsi dovrebbe essere “quale grado di qualità posso ottener dalla mia stampante”, piuttosto che “quanto tempo impiega a stampare un oggetto”….

Questo articolo ti piace?