
Debbo confessare che non utilizzo più molto spesso l’Eva. Lo scanner Leo è troppo comodo, specialmente quando debbo effettuare scansioni fuori sede. Una sola valigia con dentro tutto quello che occorre (praticamente, lo scanner e basta). Niente cavi. Niente laptop. Velocità più che doppia. Campo visivo doppio. Scansione in piena luce solare. Collegabile al cloud. Si, il Leo è eccezionale.
Ma detto questo, utilizzo ancora l’Eva per delle dimostrazioni, è tutt’ora il modello più venduto e comunque non tutti possono permettersi il top degli scanner hand-held Artec.
E quindi, lunga vita all’Eva.
Certo, se avesse un display…
In verità, avevo acquistato tempo fa un monitor portatile USB da 16 pollici. Non era male, ma comunque ingombrante. E poi due cavi dal laptop al monitor, un cavo dal laptop all’Eva, più il cavo di alimentazione dalla batteria portatile. Una centrale elettrica portatile. Entrambe la mani impegnate, una per il monitor (non così leggero) e una ovviamente per lo scanner. Un set un po’ scomodo, se per caso fosse necessario salire su una scala a pioli.
Così, ho cercato un’altra soluzione più “snella” per monitorare la scansione.
E perchè no? Uno smartphone!
E’ sufficiente installare una applicazione sul PC (SplashTop Streamer) e sul telefono (SplasTop Personal), , collegare il laptop alla rete WiFi hotspot del telefono e potremo immediatamente replicare lo schermo di Artec Studio Professional sul nostro smartphone. Senza cavi. Wow!
Volendo esagerare (la mia vocazione per il bricolage prima o poi salta fuori), possiamo andare oltre.
Lo scanner Eva è dotato di un attacco per cavalletto con la classica filettatura UNC 1/4″. Si può fissare una staffa porta flash allo scanner, e fissare il portatelefono alla staffa flash. Sono disponibili online svariati tipi di raccordi che possono essere utilizzati. Per chi volesse utilizzare questa soluzione consiglio comunque di tenere l'”assemblaggio” con due mani: una per lo scanner, e una per sostenere il supporto al quale è fissato il telefono.
